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Il ghepardo è un gatto enorme e non credo che un piattino di latte basti a soddisfarne l’appetito. Sherlock Holmes
sito vecchio google

Sito vecchio fa buon brodo

15/11/2016 - SCRITTURA WEB - , ,

Sentiamo spesso parlare dell’importanza degli aggiornamenti, di quanto conta avere un sito nuovo, corretto dal punto di vista della struttura e forte dal lato contenuti. Fiumi di parole sono stati spesi sull’importanza del buon web writing e noi stessi la avvalliamo, perché si tratta del nostro lavoro. Ma qualcuno può spiegarci perché in prima posizione di Google si trovano, molto spesso dei siti vecchi se non addirittura obsoleti?

Abbiamo chiesto lumi ad amici programmatori, che ci hanno spiegato perché questi siti godono di autorevolezza e vengono quindi ben posizionati da Big G. La ragione può essere legata alla fedeltà. Se un sito è presente da anni e ha costantemente rinnovato il dominio viene percepito come fedele da Google e difficilmente può essere sbaragliato dalla sua posizione. Allora la domanda sorge spontanea: ‘Quanto ci metterà il nostro nuovo sito a superare quello che Google elegge come un fedele sostenitore’?

La risposta è difficile da ottenere, ma un bravo copy deve fare il conto con il tempo e capire se l’autorevolezza acquisita può essere fonte di fatica nella scalata delle prime posizioni delle pagine di Google. In altre parole: ‘E’ possibile stimare un arco di tempo necessario per ‘scavalcare’ siti vecchi e magari dormienti?

Sito vecchio= autorevolezza?

Il concetto di autorevolezza non dipende dall’età anagrafica del portale, anche se Google sembra talvolta dimostrare il contrario. Pensiamo che la faccenda sia un po’ più delicata, ovvero Google dona autorevolezza e permette ai siti di scalare le sue pagine se vengono costantemente visitate, se vengono aggiunti commenti ai post che li rinfrescano, come spiegato in questo bell’articolo di SeoGarden.

E se abbiamo per le mani un sito vecchio, privo di post e pure bruttino? In questo caso pensiamo che il fattore fondamentale debba essere ricercato nell’età, ovvero nel fatto che, nel corso degli anni, tanti sono gli utenti che lo hanno vistato. Questa è l’unica spiegazione che permette a certi siti di essere ben indicizzati, non con il nome, ma ad esempio con l’attività geolocalizzata.

Facciamo un esempio pratico per esporre questo concetto. Un blog di edilizia legato al sito è indicizzato sia localmente sulla provincia di riferimento che in base ad una raffinata ricerca di parole chiave. La chiave principale è ‘impresa edile + il nome della località di riferimento’. Perché questa parola chiave? Perché siamo fermamente convinti che questa è la ricerca che il 99% di persone che hanno bisogno di un’impresa edile in quel determinato luogo fa al motore di ricerca.

Lavorando sul blog con cura e anche sulla struttura del sito, da tre anni l’insieme ha acquisto una autorevolezza non da poco e acchiappa visitatori per vie ‘traverse’, ma non riesce a scalare un paio di imprese edili che hanno un sito statico, realizzato in Html e fermo magari dal 2010, se non al 2009.

Questo esempio ci dimostra che, a conti fatti, chi scrive deve tenere ben conto del fattore tempo e generare una seria analisi dei competitors da mostrare ai clienti. ‘La nostra realtà non può competere con questa, perché lei si è svegliata molto prima di noi e ha deciso di proporsi in rete dieci anni fa. Questo è tutto’. Questa potrebbe essere una dichiarazione  sincera e obiettiva, però possiamo lavorarci, quindi come si può colmare questo gap? A nostro avviso lavorando bene e con cura, trattando contenuti di qualità anche se ormai è una frase fatta e dando vita ad un SEO Organico con i fiocchi. Magari fra dieci anni Google ci premierà anche sotto questo aspetto.

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