Adoro le categorie di WordPress e dei blog in generale.
Già, perché la parola blog sembra avere perso un po’ del suo significato originario, considerando che questa tipologia di sito è stata decisamente snaturata dalle teorie di marketing di ultima generazione.
Ma per capirlo facciamo un piccolo salto indietro.
Il blog nasce come un diario, dove le persone possono scrivere pensieri, eventi, vissuto e raccontarli al mondo intero o, perlomeno, a chi sta dietro a una tastiera o allo schermo di un tablet e di uno smartphone.
Il blog era, alle origini, un diario aperto e, non a caso, i primi blog di successo erano siti semplici, forse un po’ banali, mai sensazionalistici. Dei diari, in poche parole, che potevano trattare di argomenti diversi, dalla moda alle auto, dalla finanza a come coltivare le mele nel balcone di casa.
I tempi sono cambiati e i blog si sono evoluti. A chi faceva e fa tuttora marketing serviva e serve una base, un nucleo dal quale far partire ogni manovra, sia essa l’organica o la fidelizzazione dei clienti, l’acquisizione di nuovi o la verifica della brand reputation.
Ecco che, nel corso degli anni, i blog sono diventati dei contenitori che hanno perso un po’ della loro genuinità e si sono trasformati in strumenti di marketing raffinati, nei quali scrivere post dedicati ai social, dove fare interlink per aumentare il rank di Google e via così…
Ma Google sembra non starci e premia ancora i blog che raccontano, che fanno informazione e che presentano contenuti freschi.
Non mento se vi dico che ho provato in prima persona il disastroso effetto di post sterili e tutti uguali, chiesti ‘tanto per fare numero’ e ho compreso quanta salute portano i post scritti bene e con il cuore, che fanno ricerca e che offrono contenuto di qualità a chi legge.
Del resto, la regola d’oro per capire se un blog funziona va ricercata nel contenuto.
Se quello è scritto è vero, fresco e vitale, allora i followers non mancheranno.
Viceversa, se il contenuto è trito, messo lì per fare impasto e poco interessante, i lettori scapperanno.
Vivere in prima persona, chiedersi cosa le persone vogliono leggere e perché, è la prima azione che ogni copy deve fare nel lavoro di ogni giorno.
Ma perché tutta questa introduzione?
Perché oggi voglio parlare di quanto le categorie WordPress sono utili alla salute del blog, non solo in termini di ordine, ma anche di calendario editoriale.
Le categorie di WordPress permettono a chi scrive di avere a disposizione una sorta di divisione per argomenti.
Se un blog parla di prodotti da forno, le categorie possono essere pane, cracker, grissini e torte.
Se i post programmati per un certo blog sono quattro al mese, ogni post deve toccare una categoria, fino a coprirle tutte.
Questo flusso merita di ripetersi per i mesi avvenire e secondo quanto indicato nel calendario editoriale.
A cosa servono le categorie WordPress?
Le categorie WordPress servono quindi a fare chiarezza nel piano editoriale e ad evitare che gli argomenti si ripetano nel blog. Esse devono essere frutto di una mappa mentale ben redatta, come spiegato in questo post completo di MySocialWeb.
Il procedimento che di solito faccio è il seguente
- analizzo la macro-categoria, nel nostro caso potrebbe essere ‘prodotti da forno’;
- effettuo una ricerca delle parole chiavi più furbe, quindi con poca concorrenza e con una ricerca buona ( in termini di organica quindi di SEO non a pagamento);
- le scrivo in bella copia;
- raggruppo quelle che parlano dello stesso argomento e le sottolineo in rosa;
- filtro fino ad ottenere un massimo di cinque chiavi che diventano le mie categorie.
Queste categorie WordPress:
- rispecchiano le ricerche degli utenti;
- sono coerenti con l’argomento del sito;
- mi assicurano che posso portare traffico al mio blog;
- parlano degli argomenti che mi stanno a cuore, della mia attività, del mio lavoro o della mia passione.
In altre parole, prendo due piccioni con una fava, ovvero faccio SEO organico anche e soprattutto con le categorie e sfrutto el chiavi di ricerca che ho individuato per redarre i post dei blog o perlomeno come punto di partenza principale per la loro scrittura.
Categorie WordPress: fanno SEO?
A questa domanda possono seguire risposte di ogni tipo. Del resto, il mondo dei blog è peggio della moda. Oggi va il giallo domani va il nero e il giallo è out.
La stessa cosa sembra accadere con la gestione di siti e di blog ma, in anni di scrittura, ho capito che le categorie sono importanti, molto importanti anche a livello SEO.
Ad esempio, una categoria ben descritta e inserita nella sitemap è un punto di forza per ogni blog o sito che si rispetti. Le categorie possono contenere parole chiavi importanti e furbe, quindi questa è un’occasione da non lasciarsi scappare.
Ma bisogna fare un po’ di attenzione a non duplicare le chiavi e anche le parole che vengono impiegate.
Se, ad esempio, sto scrivendo un articolo sui grissini all’acqua fatti a mano, inserirò questo articolo nella categoria ‘grissini’ del mio sito dedicato ai prodotti da forno.
La categoria e il post sono affini, ma la chiave non può essere ‘grissini’. Può essere ‘grissini fatti mano’, oppure ‘grissini all’acqua’ ecc…
Attenzione anche ai tag, che non devono essere mai uguali alle categorie.
Riprendendo questo esempio, i tag per questo post possono essere ‘prodotti artigianali’, antiche tradizioni’, ‘regionalità’ e via così, non sicuramente ‘grissini’ e tanto meno la chiave eletta per questo specifico articolo.
Concludendo, adoro le categorie WordPress perché mi permettono di realizzare un calendario editoriale preciso, ben suddiviso e perché mi consentono di parlare di tanti argomenti mantenendo un filo logico, che non si propone mai ripetitivo perché è interessante e definito.
In più, il sito si movimenta e non risulta duplicato, nei contenuti scritti così come nelle immagini. Ergo, il blog non stanca il lettore ma lo conquista con i contenuti e questa è la meta che voglio raggiungere in ogni prodotto editoriale che ho l’onore di curare.